venerdì 9 novembre 2007

Finanziaria 2008: finalmente l’equiparazione delle vittime della mafia a quelle del terrorismo

Meglio tardi che mai: verrà posta la parola fine ad una odiosa discriminazione

Essere meridionali, storicamente, almeno a far data dall’Unità d’Italia ad oggi, è sempre stato un handicap. Sotto molti punti di vista. Non neghiamolo, si spendono molte e bellissime parole sulla presunta eguaglianza morale fra italiani e sulla rinascita economico-sociale del Sud. Rinascita che sembra sempre imminente riuscendo però, stranamente, a non arrivare mai. Eppure soltanto concreti segni di un mutamento radicale rispetto alla penosa situazione attuale potrebbero ridare speranza al sempre più disilluso Sud. Tanto più che negli ultimi anni si è assistito ad un espandersi delle differenze ad ambiti che, almeno sulla carta, ne erano quasi completamente immuni. Uno di questi è la tutela delle vittime dei reati che più offendono la sensibilità di chi spera in un futuro diverso per la nostra bellissima terra: i reati di mafia. Infatti dal 2004, con l’odiosa legge 203, si sono riconosciuti dei privilegi alle vittime del terrorismo escludendo dal godimento degli stessi le vittime della criminalità organizzata. Vittime di serie B, naturalmente. E, in larghissima maggioranza, per motivi che non ci dovrebbe essere bisogno di sottolineare, residenti nel meridione d’Italia con Sicilia, Calabria e Campania nelle prime posizioni in quanto a numero di persone ammesse ai benefici.

Una puntualizzazione, necessaria ed importante: la legge di cui sopra non è certamente odiosa per il fatto di attribuire dei privilegi a delle vittime di reati, come quelli terroristici, che nulla hanno da invidiare a quelli di mafia in quanto a lesività del sentimento di pietà ed indignazione popolare e dello stato di diritto. Chi scrive ha la massima considerazione ed il massimo rispetto per tutte le vittime della violenza, che è sempre e comunque ingiusta. Le fortissime riserve riguardo alla legge 203 stanno nelle differenze che, neanche molto implicitamente, pone fra vittime del terrorismo e vittime della criminalità organizzata e, non dimentichiamole, del dovere. E questo, almeno nelle parole di alcuni politici, al tempo in cui la legge fu approvata, per motivi di carattere finanziario. E già, perché nell’Italia degli appartamenti a metà prezzo per politici e sindacalisti i soldi per chi ha sacrificato la propria vita per lo Stato e per la legalità non ci sono. A questo punto non sarebbe stato meglio dare meno in termini di benefici, ma per dare a tutti? Comunque sia, a questa ennesima discriminazione verrà posto rimedio. Questo è quanto il Governo, dichiarandolo per bocca del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta, ha intenzione di fare con apposita norma da inserirsi nella prossima legge finanziaria. Non abbiamo motivo di non credere alle parole di Letta. Semmai ci permettiamo, umilmente, di esprimere un auspicio: quello che in futuro simili differenze di trattamento non si ripetano più, perché ciò che feriscono maggiormente non è l’interesse materiale ma qualcosa di immensamente più importante. La dignità, quella di chi per la propria onestà e per il proprio coraggio ha pagato un prezzo veramente troppo alto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

DOVE TROVO IL TESTO INTEGRALE DELLA NORMA E COSA DEVO FARE PER AVERE ACCESSO A QUESTI BENEFICI?