domenica 21 gennaio 2007

Fini, che tristezza.


Da un pò di tempo, quello che era (o sembrava) un politico di razza, il leader di una formazione che si è caratterizzata fin dal suo nascere per la chiarezza nell'affermazione del sistema valoriale sul quale si fonda, sembra aver scelto la strada senza ritorno, intellettualmente e politicamente, del relativismo etico. Le sue sostanziali aperture nei confronti dei pacs(1), che hanno seguito quella riguardante il dibattito ed il referendum relativi alla legge sulla procreazione artificiale, vengono confermate all'interno di un continuum ideologico che le lega tutte da una nuova uscita simil-progressista del Nostro relativamente alla questione dell'(abolito) obbligo del cognome paterno per i figli: «Sono personalmente convinto dell'opportunità di innovare la nostra legislazione al riguardo - dice Fini -. Il voto di An sul ddl sarà deciso in una imminente riunione del partito». Queste le parole pubblicate su "Il Giornale" del 18 gennaio scorso. Fini aggiunge che rispetterà le decisioni del partito, ma la questione che si pone non ha nulla a che vedere con questo promesso rispetto. Essa è: ha ancora un senso che Fini stia a capo di un partito se ha idee radicalmente diverse dalla base elettorale e militante del partito stesso? Ha senso che il leader del principale partito conservatore italiano (volendo considerare FI un movimento, e non un partito, un pò più liberale e un pò meno conservatore) continui a manifestare pensieri che spesso si addicono più ad un radical-chic che a colui che molti di noi(2) avrebbero voluto guidasse l'era post-berlusconiana? È da ritenersi invece che l'abolizione dell'obbligo di cui sopra rappresenti un nuovo attacco della (a suo tempo auto-proclamatasi) maggioranza contro i capisaldi della società italiana come storicamente formatasi, in favore di una strisciante deriva ideologica zapaterista capeggiata dalla sinistra estrema, vera padrona e signora dell'attuale governo.
Agli amici di AN un consiglio: preparatevi al futuro, ma fatelo seriamente, e con la persona giusta...

(1) Cavallo di Troia per giungere subdolamente al matromonio gay, come ha ormai capito anche il più distratto degli italiani (in buona fede...).
(2) Molti di noi liberal-conservatori. Non più il sottoscritto però, che ritiene, pur rispettando le idee di Fini, che esistano persone più coerenti ed altrettanto preparate politicamente.

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